il monte resiliente - foto attalmi

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il monte resiliente

Io non dovrei trovarmi qui. Non ci dovrei essere, questo non è il mio posto. Sono inciampato. Scivolato improvvisamente. Non ricordo bene... Ero con i miei amici, stile gita vista mare. Poi all'improvviso un tremore, urti e inciampi e sono scivolato, ma proprio lungo, disteso. Cavolo che botta! Non vedevo più niente, i piedi bagnati, le voci di due compagni di vita scivolati con me. Lentamente, come svegliato dal torpore di una dormita dopo una notte di eccessi, cerco di alzarmi , di affiorare da quella sensazione strana. Ed ecco... Che cavolo di posto è mai questo? acqua intorno,  ma non quella che stavo guardando. Accanto a me, appoggiati, due compagni,  attoniti anche loro
Stremati non sono riusciti a rialzarsi completamente e sono alla mia ombra. Gli altri? Persi in lontananza. E noi qui nudi, in fila, ad attendere il tempo. Ogni tanto riusciamo a sentire, portata dal vento, la voce dei nostri simili. Oh non è che siamo gli unici che sono inciampati. Altri sono scivolati come noi , e come noi sono affiorati da un'altra parte. E come noi non dovrebbero esserci, ma ci sono.magari nel tempo hanno perso un po' della loro origine, ma dipende da dove sei cresciuto. so comunque che i miei amici ovunque siano e qualunque cosa gli sia successa nella loro giovinezza, sono temprati, sono dei duri dal cuore tenero e gentile. Come noi tre. Del resto abbiamo sopportato l'umido ai piedi e poi gli uomini che con le nostre pietre facevano i loro primi utensili. Che carini, sembra ieri che scorrazzavano e indaffarati creavano i primi agglomerati. Abbiamo dato il nostro contributo, minimo ma essenziale. Poi ci hanno preso gusto, hanno iniziato a scavare a portare via un po' di noi. Già avevo sentito, e ancora sento, le urla provenienti dai miei amici, quelli importanti che stanno verso il mare, loro sì che li hanno bucati. Li hanno squarciati, dilaniati. A noi è andata bene. Loro hanno fatto il lavoro duro, noi quello di rifinitura. Un po' come il calcio. Abbiamo fatto l'assist giusto o il tocco di fino in porta. La corsa sulle fasce l'hanno fatta loro. Noi il tocco di colore , loro la massa. Abbiamo abbellito e reso uniche le facciate di monumenti umani. Abbiamo donato il verde pochi se lo ricordano. Ma noi si, c'è lo ricordiamo ne siamo orgogliosi ci siamo sacrificati e abbiamo fatto il goal. Come i nostri concittadini che crescendo e moltiplicandosi in un brulichio affaccendato di industrie e commerci hanno fatto la loro parte, hanno vinto la loro partita con il progresso. Poi ad una certa si sono messi in mente che dovessi cambiare abito, che dovessi essere trasformato in qualcosa che non ero. Ma dai! Già non ci dovrei essere e mi volete trasformare, vestirmi di alberi, guardate che io ho poca terra e molti sassi. Niente! Hai voglia ad urlare a chi è sordo. Vedranno che succede, col tempo cadranno come i capelli di un anziano...dai io ho la mia personalità. Come i miei due compagni. Passi l'essere bucherellato,a stravolgere la nostra natura. E sì che fate le battaglie per la diversità. Noi siamo diversi dai nostri vicini e voi ci volete uniformare. Bravi. Io non ci dovrei nemmeno essere. Non è il mio posto. Chi vuole erigere altari, chi trasformarmi nel suo piccolo giardino chi addirittura usarmi come tappeto per nascondere lo sporco. Io non ci dovrei stare qui. Non è il mio posto. Sono inciampato con i miei due amici. E ci siamo rialzati qui. Sentiamo i respiri profondi, i passi e le gioie e i dolori e i dubbi di coloro che ci percorrono. Sapete, io non ci dovrei essere. Però ascolto assorbo non mi lamento, cerco solo col tempo di tornare alla mia vera personalità. Con rispetto, in silenzio, volendo bene a tutti, anche se questo non è il mio posto e non ci dovrei essere.

Il vostro Monteferrato

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